OBIETTIVO
Come to QuarenghiUn inquadramento generale del tema è servito a verificarne le declinazioni bergamasche, con l’obiettivo di rilevare elementi di forza e criticità dei diversi attori e delle relazioni che facilitano od ostacolano un approccio integrato e un’azione comune, fattori fondamentali di successo in un campo si intrecciano elementi formali, non formali e informali.

DESCRIZIONE AREA DI INDAGINE
History tellingLa città è sempre più centrale nella vita del mondo contemporaneo. Oggi più della metà della popolazione mondiale vive nelle città e in Europa questa percentuale sale al di sopra dell’80%. Nei prossimi anni altri 2,5 miliardi di persone si aggiungeranno agli abitanti delle aree urbane. Come affrontare tale imponente spostamento e incremento di popolazione?
Come evitare che aggravi le grandi sfide dei prossimi decenni (clima, energia, cibo, acqua) e fare anzi in modo che possa aiutare a risolverli?
L’area di indagine di questo capitolo è proprio costituita dal ruolo giocato dalla conoscenza nella società contemporanea e in particolare nella città, in cui vive una parte sempre crescente della popolazione mondiale e in cui quindi si gioca la maggior parte delle sfide del futuro.

RISULTATI E PROPOSTE
One univercityDa un’attenta analisi del contesto di Bergamo e dall’incontro con gli stakeholder sono emersi diversi elementi utili a delineare politiche e strategie di miglioramento della capacità del territorio di essere più “resiliente” e creativo, mettendo a frutto sia risorse tradizionali (come quelle dei beni culturali e ambientali o delle agenzie educative formali), sia non sufficientemente valorizzate, come ad esempio gli immigrati, i saperi esperienziali posseduti anche inconsapevolmente da molti attori (tra cui il tessuto di piccoli e medi operatori economici), il sapere “oggettivato”. Non tutti gli attori interpellati hanno risposto o dimostrato interesse, e anche questo è un segnale su cui interrogarsi, chiedendosi se non vi sia in certi settori della società bergamasca una forma di autoreferenzialità o almeno una insufficiente consapevolezza dell’importanza di fare sistema.
Rendere Bergamo una “città educativa”, potenziare il ruolo dell’università come risorsa di ricerca e di alta formazione trasversale ai diversi temi e ai diversi ambiti, “mettere in rete” (sia con ICT sia con connessioni fisiche migliori) le risorse e la conoscenza delle diverse agenzie educative e dei diversi attori sociali, favorire una creatività diffusa, individuare un filo (riconoscibile e condiviso) che colleghi le diverse opportunità di apprendimento e di conoscenza orientandolo al futuro e alle sue sfide sono sembrati alcuni dei pilastri cui ispirare l’azione dei vari soggetti pubblici e privati.
In termini di proposte concrete, si delineano i tre seguenti ambiti di intervento:
• La prima missione è quella di mettere meglio in rete (con piattaforme tecnologiche di conservazione e condivisione della conoscenza, ma non solo) le iniziative esistenti; da questo punto di vita, a dire di molti dei partecipanti al tavolo di lavoro di Bergamo 2.(035), Bergamo appare una città fragile come capacità di fare sistema e di essere una “città educativa”. La figura 3 rappresenta la mappa concettuale realizzata dal gruppo di ricerca Bergamo 2.(035).
• Si ritiene inoltre importante arricchire l’apprendimento nutrendolo di tutti gli elementi della conoscenza oggettivata e della cultura materiale (musei, parchi, imprese, paesaggi, ecc.), spesso scarsamente utilizzata da rilevanti fasce di popolazione.
• Infine, ma cruciale, è necessario coinvolgere i decisori: solo la piena assunzione di responsabilità da parte di chi amministra la città può trasformare lo spirito d’iniziativa e le risorse che sono state descritte in questa sezione in un percorso di trasformazione della città di Bergamo in una vera e propria città della conoscenza.

TEAM DI RICERCA
Convegno 5 giugnoMichele Meoli (Professore Aggregato UNIBG), Mario Salomone (Professore Aggregato UNIBG), Federico De Musso (Assegnista di ricerca UNIBG)

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