Nuove tecnologie al servizio di una comunità responsabile. Bergamo 2.035, ecco la ricetta per la città del futuro
by Unibg
29-09-2014 | Posted in Smart Community Eventi | 0 comments
Fondazione Pesenti e Università degli Studi di Bergamo, in collaborazione con Harvard GSD, presentano il progetto interdisciplinare per un prototipo di “città intelligente” che possa diventare riferimento per i contesti urbani
Bergamo, 30 settembre 2014 – Una città intelligente in cui tecnologie e soluzioni innovative si sviluppano insieme e al servizio di nuovi modelli sociali di responsabilità e di inclusività. Una città dove i cittadini, gli “smarter citizens”, diventano agenti attivi di cambiamento per il miglioramento del contesto urbano del quale sono parte.
Questa la Bergamo di domani così come emerge dallo studio “Bergamo 2.035: un’idea di città in un mondo che cambia” presentato oggi in i.lab, da Fondazione Cav. Lav. Carlo Pesenti e Università degli Studi di Bergamo.
Il programma Bergamo 2.035, avviato a gennaio 2013 in collaborazione con la Graduate School of Design di Harvard, nasce per costruire una visione articolata e di lungo termine dello sviluppo delle città e dei territori, con particolare attenzione al futuro della città di Bergamo, che – per questo progetto – è stata ambiziosamente proposta come “caso di studio internazionale” per sviluppare strategie, modelli e soluzioni con l’obiettivo di realizzare un “prototipo di realtà intelligente” che possa diventare riferimento per altri contesti urbani.
Un programma di ricerca realizzato con il coinvolgimento dei principali attori del mondo economico, sociale e istituzionale della città di Bergamo e del suo territorio in cui ognuno ha contribuito portando la propria visione, sensibilità ed interesse, ma si è mosso con l’intento comune di promuovere uno sviluppo economico e sostenibile attraverso una partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti.
Un’idea della città del futuro, dalle infrastrutture al tessuto economico, dalla mobilità al benessere sociale, da calare e applicare alla realtà bergamasca per gettare le basi del suo futuro ed essere esempio anche per altre città e territori.
Un progetto di ricerca durato circa due anni, che oggi Italcementi e la sua Fondazione, insieme all’Università degli Studi di Bergamo, hanno voluto offrire alla città come spunto di riflessione sul proprio futuro. La Fondazione Italcementi – sempre attenta a sostenere iniziative legate ad un “fare impresa” volto a creare valore, dove qualità e innovazione sappiano riaffermare la competitività del Paese – si è fatta promotrice di un progetto che ha saputo coinvolgere gli stakeholder locali e che ha reso Bergamo protagonista di uno studio di respiro internazionale.
Molte le autorità locali e nazionali, i rappresentanti del mondo della cultura, accademico e imprenditoriale presenti al convegno: Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo; Lara Magoni, Consigliere Regione Lombardia e Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari; Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo; Mario Botta, architetto; Ercole Galizzi, Presidente Confindustria Bergamo; Stefano Paleari, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo e Marcello Persico, Managing Director Persico Marine. A chiudere i lavori Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italcementi.
«In occasione dei 150 anni di Italcementi – ha affermato Carlo Pesenti –, quest’anno sono state promosse numerose iniziative, ma “Bergamo 2.035” ha per noi un valore particolare, perché guarda al futuro del nostro territorio e vede un coinvolgimento diretto dell’Università: dal Rettore e dai professori – che voglio nuovamente ringraziare per il lavoro svolto – fino ai ricercatori e agli studenti chiamati a contribuire in prima persona».
«La sfida che gli autori della ricerca hanno saputo individuare – ha proseguito Pesenti – è quella di un approccio multi-prospettico, cogliendo le visioni, sensibilità e interessi di una pluralità di attori del territorio, che spesso mancano di occasioni per trovare una visione comune. L’Università, attraverso i suoi principali Dipartimenti, è riuscita a fare sintesi di una realtà così diversificata. Credo sia questo uno dei pregi maggiori di “Bergamo 2.035”, l’essere stato di stimolo (e qui cito testualmente dalle schede di lavoro) “a quei settori della società che sembrano avere una insufficiente consapevolezza dell’importanza di fare sistema”».
Giovanni Giavazzi, presidente della Fondazione, nel suo messaggio ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione con l’ateneo orobico: «Da anni sosteniamo l’Università degli Studi di Bergamo per progetti di altissimo livello e di carattere internazionale, come ad esempio il dottorato in Logistica e Supply Chain Management, svolto in collaborazione con il Logistics Center di Saragozza (partner del MIT di Boston) e la SDA Bocconi di Milano, che approfondisce scientificamente i temi della logistica e della supply chain, cruciali per l’industria moderna ai tempi della globalizzazione. Il progetto Bergamo 2.035 è dunque pienamente coerente con la linea seguita finora e che la Fondazione intende continuare: dare un contributo concreto alla crescita della comunità».